“L’Educazione civica è fondamentale per formare cittadini istruiti e consapevoli perché sono le qualità del popolo che costruiscono la forza di una nazione”. Ne abbiamo prova in questo periodo di pandemia poiché il primo antivirus è la responsabilità personale. Dopo tanti anni, ritorna tra le materie d’insegnamento, nelle scuole di ogni ordine e grado. Fu Aldo Moro, nel 1958, ad introdurre l’insegnamento dell’Educazione civica nelle scuole medie e superiori: due ore al mese obbligatorie affidate ai professori e professoresse di storia, senza valutazione. La materia affronterà tre grandi temi: Costituzione italiana, sviluppo sostenibile e cittadinanza digitale. Tutti si augurano che non ci si limiti solo ad una esposizione nozionistica ma che si parli di ciò che ha ispirato i valori di libertà e democrazia, diritti e doveri, contenuti nella nostra Costituzione. “Ogni generazione deve far proprie le lotte e conquiste di quelle precedenti e condurle a mete più alte” (Papa Francesco). Diversamente il rischio è che si considerino un bene acquisito per sempre, ovvero scontato, sottovalutando quei segnali di nazionalismo esasperato a cui oggi si assiste, vanificando i notevoli passi avanti fatti perseguendo la democrazia, la libertà, la pace, lo sviluppo, i diritti umani. L’insegnamento dell’Educazione Civica costituisce un’occasione importante per ritrovare, qualora si fosse perso, il senso storico delle cose che ci circondano per meglio proiettarci verso un futuro di pace e prosperità per tutti gli uomini di tutto il mondo, anche di quelli che abitano gli angoli più sperduti. “Nessuno si salva da solo”.
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